di Simone Bartoli – segretario Articolo 1 Toscana
Ho conosciuto Francesco Nerli quando sono nato. Era la persona più vicina a un fratello che avesse mio padre. Erano nati a pochi giorni di distanza. Abitavano in appartamenti adiacenti, nella stessa casa operaia della Solvay. Hanno condiviso infanzia e adolescenza, in un luogo dominato dalla fabbrica: la sirena che scandiva i tempi del lavoro e della vita. Poi le storie si sono divise: l’uno operaio in quello stabilimento col nome del paese; l’altro sindacalista, dirigente politico, Deputato, Senatore, Presidente. Siena, Roma, Napoli, poi ancora Roma.
Da ragazzino ho sempre avuto un po’ di soggezione per quell’uomo così intimo, così familiare e allo stesso tempo così lontano e così importante. Quando giovanissimo mi sono avvicinato alla politica, convinto che la scelta di Rifondazione Comunista fosse quella che guardava al futuro e alle nuove generazioni, mentre la loro, quella di Francesco e di mio padre, fosse una scelta di conservazione, ho sempre avuto timore del suo giudizio. Invece Francesco arrivava, ogni agosto, e parlavamo di politica, incuriosito dalle motivazioni della mia militanza.
Più tardi, quando ricoprivo l’incarico di Assessore alla Provincia di Livorno e stavo lavorando alla realizzazione del Piano Territoriale di Coordinamento, gli chiesi di intervenire ad un convegno che avevo organizzato su infrastrutture e trasporti. Volevo dare a quella giornata una dimensione nazionale degna di una Provincia con due porti di rilievo come Livorno e Piombino e il Presidente Nazionale di Assoporti mi sembrava la persona giusta per farlo. Francesco venne e la giornata fu un successo.
Anni dopo ci siamo ritrovati vicini in questa esperienza di Articolo UNO. Io proveniente da un percorso più tortuoso, lui da sempre vicino alle posizioni di Massimo d’Alema. Entrambi convinti che la Sinistra abbia bisogno di ricostruire un soggetto politico che dia nuova rappresentanza a bisogni antichi e problemi nuovi. Quando sono stato eletto Segretario mi promise di aiutarmi a definire una proposta per la portualità toscana che fosse uno dei cardini del programma elettorale in vista delle elezioni regionali. Non c’è stato il tempo.
L’ultima volta che l’ho visto è stato il 29 febbraio scorso. Era il compleanno di mio padre. Francesco era venuto da Roma per festeggiarlo. Sono andati a cena insieme. Poi il primo lockdown e l’aggravarsi della malattia mi hanno impedito ulteriori incontri. Fino a ieri che ho saputo della sua morte. Ciao Francesco, ci lascia una persona che ha fatto dell’impegno politico lo strumento per portare avanti i propri ideali. Ci lascia una persona che ha vissuto i suoi numerosi incarichi pubblici con grande capacità, spirito di servizio e integrità morale.
LE CONDOGLIANZE DI PIER LUIGI BERSANI E DI ARTICOLO UNO
Voglio ricordare di Francesco Nerli la grande passione, l’intelligente concretezza, l’impegno incessante di lunghi anni per dare una prospettiva alla nostra portualità. Con incredulità e tristezza gli diamo l’ultimo saluto.