Ripartire dal lavoro, per costruire un campo largo della Sinistra

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di Simone Batoli – Segretario Articolo Uno Toscana
Agosto. Mese delle ferie. Eppure ci sono persone che in questo momento, più che ambire al necessario riposo, ambiscono alla fatica del lavoro. Sono i 422 operai della GKN di Campi Bisenzio (FI) che si sono visti licenziare da una email improvvisa, in una fabbrica che non ha problemi né di mercato, né di fatturato, ma la cui impalpabile proprietà finanziaria cerca solo di abbattere il costo del lavoro trasferendo la produzione laddove questo è più economico (il che significa, quindi, meno diritti, meno sicurezza e meno salario). Sono anche tutti gli altri lavoratori che da tempo combattono contro prospettive incerte delle loro attività produttive e che si barcamenano tra cassa integrazione, sussidi di disoccupazione e altri ammortizzatori sociali. Imprese molto diverse tra loro, dalla Bekaert (sempre nell’area fiorentina) fino all’Acciaieria di Piombino, la seconda acciaieria d’Italia, dove la conversione green ha portato lo spegnimento dell’altoforno già dal 2014, ma il nuovo forno elettrico non è stato mai acceso e i lavoratori aspettano da anni di capire quale possa essere il loro futuro. Oggi anche i lavoratori di un’altra azienda un po’ particolare si interrogano sul loro futuro. Infatti il progetto di acquisizione del Monte dei Paschi di Siena da parte di Unicredit prevede l’esubero di circa 5/6.000 dipendenti, di cui oltre la metà solo in Toscana. Forse non era proprio il momento migliore per presentare questo piano di acquisizione, ma forse tutto ciò ha anche un po’ a che vedere con le elezioni suppletive del collegio parlamentare di Siena, dove si candiderà il Segretario Nazionale del PD, Enrico Letta. Certo, si può pensarla come la pensa Matteo Renzi, che nel promuovere un Referendum contro il reddito di cittadinanza in uno dei momenti più difficili della storia dl Paese, ci spiega che nella vita bisogna soffrire. Resta il fatto che neppure il Governo dei migliori, almeno che questa locuzione abbia un significato, può reggere a lungo una situazione dove le industrie mettono all’ordine del giorno licenziamenti di lavoratori a centinaia alla volta, essendo questa in effetti la media delle ultime settimane. Eppure. Eppure proprio dalla crisi della GKN abbiamo imparato qualcosa. Se per ora il Governo e il Ministro Giorgetti sembrano impermeabili a questi avvenimenti, non lo è più il Paese reale. Abbiamo assistito ad una solidarietà che sembra arrivare direttamente da tempi passati. Ad una lotta che forse non vinceremo, ma che certamente riporta il lavoro al centro della pubblica riflessione. La pandemia ci lascia insomma la consapevolezza non solo dell’importanza della sanità pubblica ma anche del lavoro come primo e principale dei beni comuni. Ebbene, sono sempre più persuaso che per ricostruire una forza organizzata della Sinistra nel Paese occorra proprio ripartire dal lavoro. Dalla centralità del lavoro come elemento che costituisce non solo la dignità dell’Uomo, ma anche la sua funzione all’interno della Comunità di cui fa parte. Il lavoro, i diritti ad esso connessi, la sicurezza, la dignità del salario. Ci sono provvedimenti che vanno presi immediatamente: non può accedere a nessuna forma di aiuto pubblico un’impresa che non garantisca la sua permanenza nel tempo e l’osservanza di questi elementi basilari. Occorre ricostruire quindi un Partito che sia portatore nelle istituzioni pubbliche di queste istanze, che rappresenti una “parte” della società, la parte di chi vive del proprio lavoro sia esso fisico o intellettuale, dipendente o autonomo, pubblico o privato. Siamo certo consapevoli che l’impresa sia titanica e che prevederà tempi non brevi. Tuttavia ciò non può più essere un alibi per un immobilismo che a Sinistra si traduce nell’attesa di un eterno Godot. Non vogliamo guardare al nostro piccolo orticello, ma neppure soffermarsi troppo nell’attesa che siano pronti orticelli altrui. Un campo largo si costruisce solo mettendo al centro i contenuti e rivolgendosi all’elettorato e all’opinione pubblica con un’identità marcata, un profilo riconoscibile e una proposta politica chiara. Non esistono scorciatoie organizzativistiche. Esiste solo la scelta di provare a dare visibilità e rappresentanza a coloro che non andranno in ferie in questo Agosto 2021. Con un progetto che possa col tempo aggregare chi ne condivida ideali e valori, principi e obiettivi. Noi di Articolo UNO dobbiamo concretamente iniziare questo progetto fin da adesso.
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