La Manifestazione a Firenze per i lavoratori della GKN cambia il paradigma

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di Simone Bartoli – Segretario Articolo 1 Toscana
Abbiamo ancora negli occhi quel fiume umano che ha attraversato Firenze durante la manifestazione promossa dalle lavoratrici e dai lavoratori della GKN. Un fiume bellissimo colorato di rosso che infonde speranza a tutti coloro che pensano che il lavoro debba tornare al centro del dibattito pubblico e dell’impegno della politica. Il lavoro come certezza per il sostentamento di ciascuno e come elemento di qualificazione di ogni cittadino dentro la
società. Il lavoro sicuro, dignitoso, giustamente retribuito.
La manifestazione di Firenze prova che ci sono ancora molte persone che pensano che così debba essere. E quando questa condizione viene messa in discussione sono pronte a scendere in piazza, a protestare, a lottare. Non importa se non si è colpiti direttamente dal rischio di perdere il lavoro, a protestare sono in decine di migliaia. Manifestano la loro solidarietà a chi lo subisce in prima persona, ma manifestano anche la loro contrarietà ad un sistema sociale che subordina la vita delle persone al profitto.
E’ lì che vive ancora la Sinistra. Chi pensa che la Sinistra sia scomparsa dal panorama politico del Paese si guardi le immagini della manifestazione fiorentina. La Sinistra non è scomparsa perché finché ci saranno sfruttamento, protervia, arroganza, ricerca del massimo guadagno a scapito della dignità umana, la Sinistra ci sarà. A ben vedere quello che manca sono i soggetti
che vogliono dare rappresentanza istituzionale a questi bisogni; mancano coloro che intendono battersi per cambiare lo stato delle cose.
Intendiamoci, alla manifestazione erano presenti numerosissimi soggetti politici e sindacali. Ma non può sfuggire che il corteo era egemonizzato da una sinistra di fatto – per scelta o per condizione – extraparlamentare, da organizzazioni sindacali non confederali. Io penso che questo sia il problema principale che abbiamo di fronte. La protesta e l’indignazione non sono sufficienti a risolvere le questioni aperte, ma sta a chi vuole governare i processi prendere la guida di questa battaglia. Personalmente sono convinto che la funzione di un Partito della Sinistra sia quella di portare il conflitto sociale dentro le istituzioni democratiche, per governarlo e produrre avanzamenti delle condizioni di vita e di lavoro dei cittadini. Ma quel conflitto sociale va conosciuto, va frequentato, va praticato, e poi va indirizzato. E questo è ciò che abbiamo da troppo tempo rinunciato a fare. Non basta stare dentro le istituzioni come non basta starne fuori. Occorre portare dentro ciò che sta fuori.
Sono convinto che questa è la grande sfida che abbiamo di fronte. E quando parlo al plurale intendo dire che è la sfida che ha di fronte un’intera generazione, poiché è chiaro a tutti che la ricostruzione della rappresentanza del conflitto sociale con un soggetto politico robusto in termini culturali ed organizzativi, è un processo di medio-lungo periodo. Tuttavia, mai come
adesso credo che sia chiaro quale deve essere la direzione da prendere. Ricostruire un Partito di lotta e di governo. Io penso che abbiamo il dovere di ricominciare.
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