Articolo Uno: gestione dei rifiuti in Toscana e il futuro di Eni Livorno.

| Documentazione
di Articolo Uno – federazione di Livorno

Le “esternazioni” di Giani, candidato del Centro-sinistra alla guida della Regione Toscana, non vanno minimizzate anche se presentano tutte le caratteristiche di affermazioni poco pensate e ancor meno strutturate. Giani ha minacciato le maniere forti per imporre un impianto di termovalorizzazione senza specificare dove: sicuramente nella zona vicino a Firenze visto che ha parlato, giustamente, di impianti a valenza regionale e che ogni Ambito Territoriale Ottimale (in Toscana ce ne sono 4) deve essere autosufficiente; e quello fiorentino non lo è.
Un’uscita sicuramente maldestra e superficiale per i contenuti ma soprattutto per i modi, che ha fatto fare un balzo indietro alla qualità del dibattito dando sfogo e spazio a risposte spesso peggiori della sua uscita.
A nostro avviso il problema vero non sta in queste dichiarazioni estemporanee, ma risiede più profondamente nella mancanza di un puntuale piano regionale dei rifiuti e di una pianificazione della loro gestione e smaltimento.
Una politica che guardi al futuro e alla sostenibilità ambientale dovrebbe concentrare gli sforzi in varie direzioni, la principale è sicuramente quella di cercare di produrre un sempre minor quantitativo di rifiuti, agendo sulle filiere industriali, con un minor utilizzo di imballaggi e alimentando una cultura virtuosa nei consumatori. In altri casi si riesce ad agire localmente con una migliore qualità della raccolta aumentando la frazione che andrà verso il recupero di materia, avendo l’accortezza di aver costruito un’ impiantistica a sostegno del “riciclo”.
Ad ogni modo anche dopo aver agito nella direzione virtuosa descritta ci sarà sempre una parte residuale; ad oggi la parte di indifferenziata che viene prodotta in Toscana dai 3,7 milioni di abitanti a cui si aggiungono le attività commerciali ed economiche ammonta a circa 1 Milione di Tonnellate annue. Questa mole enorme di rifiuti esiste e deve essere gestita, ed è nostro dovere farlo nella maniera ambientalmente più sostenibile.
La Toscana ora ha di fronte a sé due strade, o conferire i rifiuti in impianti regionali a controllo pubblico pensati e costruiti con le migliori tecnologie scientifiche e ambientali esistenti, oppure mandare tutto in giro per l’Italia e per il mondo ( come avviene già in parte nell’area fiorentina ) alimentando altro inquinamento con i trasporti, sostenendo un costo abnorme per le tasche dei cittadini e con il rischio che gli impianti di destinazione non siano tecnologicamente e ambientalmente sostenibili.
Ma è concepibile che una regione all’avanguardia come la Toscana non sia in grado di avere un’autonomia anche in questo campo? E’ accettabile la logica dello spostare il problema verso altri territori?
E qui veniamo ad Eni, sulla quale il dibattito è a dir poco superficiale. La discussione sul “gassificatore Eni” è una discussione monca e priva di senso se non è inserita all’interno di una visione complessiva e di prospettiva della fabbrica. L’impressione purtroppo è che sia solo una foglia di fico tirata fuori per coprire l’incapacità di gestire il quadro regionale. Quando si cita Eni Livorno, dobbiamo ricordarci che stiamo parlando di un sito industriale che dà lavoro a circa 1.000 dipendenti tra diretti e indotto, di cui una parte consistente già oggi lavora in forma ridotta con periodi di cassa integrazione continui, con il blocco delle manutenzioni e con una grave incertezza generale sul futuro della fabbrica.
Il primo dovere di chi amministra il nostro territorio è quindi quello di interrogarsi sul futuro della fabbrica e dei suoi lavoratori. Il nostro interesse deve essere quello di mantenere il sito industriale, la piena occupazione e da un punto di vista ambientale chiedere soluzioni impiantistiche che possano portare ad una conversione ecosostenibile complessiva dell’impianto di Stagno seguendo le nuove direttive dell’Unione Europea impegnata a realizzare ingenti investimenti in ambito “Green”.
Come Articolo Uno su questo chiederemo sia al Comune di Livorno, che a quello di Collesalvetti, che alla Regione Toscana di avviare un incontro con i Ministeri competenti. Insomma, noi crediamo che la partita ambientale e industriale non possa essere affrontata con slogan, con battute o con ideologia spicciola; è dovere delle classi dirigenti, prima fra tutte quella di centrosinistra di andare a fondo alle questioni per programmare al meglio il futuro del nostro territorio.

 

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