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di Simone Bartoli - Segretario Articolo Uno Toscana
La grande manifestazione che ha riempito Piazza San Giovanni è stata una manifestazione
popolare, partecipata, politica. In mezza giornata ha ricacciato indietro tutti i fascismi che escono
allo scoperto ogni volta che il Paese entra in una crisi profonda. Era stato così nella sua versione
originale, quella di un secolo fa, quando l’Italia stremata usciva dalla prima guerra mondiale che
aveva prodotto fame e povertà. E’ così adesso, che usciamo da una pandemia che ha fatto
esplodere le nostre fragilità sanitarie, sociali ed economiche.
Fortunatamente non siamo all’inizio del secolo scorso, ma in un contesto profondamente diverso
e ci siamo costruiti gli anticorpi con cui siamo in grado di respingere questi rigurgiti di una
ideologia di morte. Abbiamo una Costituzione Repubblicana antifascista e abbiamo imparato che
la partecipazione popolare e la politica possono essere antidoti efficaci. E tuttavia, occorre
ristabilire una situazione di serenità sociale che non sia contesto favorevole per le scorribande
dei vari fomentatori di violenza.
E bene ha fatto il Segretario della CGIL Landini a ribadirlo da quella Piazza stracolma senza troppi
giri di parole. La battaglia per la Democrazia è la stessa battaglia che dobbiamo fare per il Lavoro.
Senza lavoro, senza sicurezza, senza diritti, con salari non sufficienti alla sussistenza, riemergono
la difficoltà e la disperazione che possono essere cavalcate e strumentalizzate dai fascismi vecchi
e nuovi. E allora poco importa se il PIL del Paese sale del 6% se contemporaneamente aumentano
i licenziamenti, se chiudono (delocalizzano, si dice oggi) le fabbriche, se si muore lavorando.
Quella Piazza San Giovanni così partecipata ha quindi bisogno di trovare una risposta dalla
politica, una forza che ne rappresenti bisogni ed aspirazioni. Il Sindacato è fondamentale, ma da
solo non basta. La nostra Costituzione si realizza solo attraverso l’esistenza dei partiti politici,
altrimenti la democrazia soffre e la partecipazione al voto cala drasticamente, come si vede ormai
elezione dopo elezione. Quella Piazza ha bisogno di un grande Partito del Lavoro che la
rappresenti nelle istituzioni e che trasformi la mobilitazione in leggi e provvedimenti.
E’ il compito che questa generazione ha davanti a sé. Ricostruire una forza politica robusta, che
sia argine ad ogni deriva antidemocratica e che si faccia promotrice di uno progresso fondato
sulla uguaglianza e sulla giustizia sociale, che metta di nuovo al centro del dibattito pubblico il
lavoro e i diritti ad esso connessi. Solo così possiamo garantire una Democrazia che non è data
per sempre, ma che si conquista giorno per giorno, come ebbe a dire Pietro Calamandrei. Un
compito enorme, ma a cui nessuno di noi può più sottrarsi senza responsabilità.