Dalla nostra Assemblea Nazionale una spinta alla unità programmatica del campo largo del centrosinistra

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di Simone Bartoli – Segretario Comitato Regionale Toscano Articolo 1

Le due giornate dell’Assemblea Nazionale di Articolo UNO hanno rappresentato, a mio avviso, un momento importante non solo per la comunità di cui facciamo parte, ma per tutto il cosiddetto campo progressista. Hanno contribuito al rilancio della nostra proposta politica, e quindi del progetto stesso di Articolo UNO.
Il nostro Segretario Nazionale, Roberto Speranza, nelle sue conclusioni, ha svolto un intervento di grande spessore politico, da leader non di una parte, ma di tutto il campo progressista, oggettivamente due spanne superiore sia a quello di Giuseppe Conte che a quello di Enrico Letta.
Speranza ha ribadito il motivo per cui è nato il progetto di Articolo UNO, che non era quello di costituire un piccolo Partito identitario, ma quello di contribuire alla ricostruzione di un grande soggetto in grado di rappresentare tutta la Sinistra e in grado di modificare concretamente le condizioni di vita e di lavoro di milioni di cittadini italiani.
È ovvio che questa forza politica oggi non c’è. Non è né il PD, né il M5S. Altrimenti il nostro stesso progetto non avrebbe avuto alcun senso. È altrettanto ovvio che questo nostro progetto non potrà che realizzarsi attraverso un dialogo ed un confronto serrato sia con il PD sia con il M5S.
Questi due soggetti infatti rappresentano oggi le due formazioni politiche che raccolgono maggiori consensi elettorali da parte di coloro che si dichiarano elettori di Sinistra. Il PD raccoglie questo consenso ancora in gran parte per tradizione, il M5S lo ha raccolto in gran parte per protesta.
Bene quindi abbiamo fatto ad invitare i due interlocutori principali di questo nostro progetto. E bene abbiamo fatto a ribadire loro che non ci arrendiamo al permanere dello status quo. A partire dalle prossime elezioni amministrative che vedranno impegnati i cittadini delle maggiori città italiane.
Speranza giustamente cerca di scuotere l’albero della conservazione degli interessi particolari, dicendo che finché c’è spazio per tentare un accordo bisogna provarci con tutte le energie possibili, e fino all’ultimo minuto utile. A Roma come a Milano, a Torino come a Napoli, come a Bologna.
Ha ragione Speranza quando ribadisce che fuori dall’accordo tra questi soggetti politici c’è solo la vittoria della Destra di Salvini e Meloni, e che noi dobbiamo fare di tutto per costruire una proposta politica che sia in grado di rappresentare un’alternativa credibile e possibilmente vincente. Un campo largo appunto, di cui faccia parte il PD, il M5S e la Sinistra. A noi compete in questa fase il compito di organizzare la Sinistra intorno a questo progetto.
Ed è evidente che ciò passa per un rafforzamento organizzativo di Articolo UNO. Senza Articolo UNO, la proposta di costruzione del campo largo farebbe più fatica. In questo senso siamo lievito, nel senso che gli altri ingredienti da soli non bastano a far crescere il progetto. D’altra parte, è stato lo stesso Pier Luigi Bersani nella sua relazione introduttiva alla nostra Assemblea a dirlo con grande chiarezza: si pone certamente anche il tema di una nostra  maggiore organizzazione e di questo dovremo discutere. Dovremo discuterne, aggiungo io,
con un processo di partecipazione democratica che abbia potestà decisionale: un Congresso. Insisto su questo nodo, perché a me pare che non scioglierlo significhi alimentare un equivoco che ci porta solo ad essere più deboli e meno incisivi. La nostra organizzazione e il nostro radicamento non è in contrasto con la nostra proposta politica, è anzi la precondizione perché la proposta politica possa camminare.
Per questo mi convince l’idea di partecipare alle cosiddette “Agorà” che il PD di Letta dice di voler costruire su tutto il territorio nazionale. Occorre non perdere nessuna occasione perché la nostra proposta politica sia posta con forza a tutti i nostri interlocutori. Occorre non disertare nessun campo su cui questa discussione può essere aperta.
Anzi, noi ci auguriamo, sono ancora le parole di Roberto Speranza, che a quelle Agorà partecipino anche altri soggetti, a partire dai ragazzi che hanno animato le piazze delle Sardine. Vedremo in pratica come si realizzerà questo progetto, ma noi dobbiamo esserne parte fondamentale.
Il processo di riorganizzazione di un forte soggetto rappresentativo della Sinistra del resto, non è un progetto che si realizzerà in poche settimane, né, forse, in pochi mesi. Dipenderà certamente dalla nostra capacità di porre l’obiettivo con forza e determinazione, ma dipenderà certo anche dalle capacità di ricezione e di risposta dei nostri interlocutori.
Sappiamo che di lavoro c’è da farne. Perché, come ci ha ricordato Massimo D’Alema, l’assenza di una forza di Sinistra significativa nel nostro Paese si sente anche in questi giorni. Di fronte alla tragedia palestinese abbiamo sentito solo parole di circostanza, e abbiamo visto sullo stesso palco Letta accanto a Salvini. È evidente che qualcosa ancora non funziona.

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