di Simone Bartoli – Segretario Articolo Uno Toscana
Non voglio qui esprimere un giudizio sul Governo Draghi. La manovra politica che lo ha generato era una manovra di segno conservatore e reazionario e non è quindi sorprendente la composizione che ne è scaturita. Piuttosto, avendone voglia e interesse, ci sarebbe da ironizzare su quello che qualcuno ha definito il “Governo dei Migliori”. Data la situazione che abbiamo vissuto, che si è connotata senza dubbio come un sconfitta della parte più avanzata del Paese, e alla quale abbiamo provato a resistere con ogni forza, penso che Articolo UNO abbia fatto bene a decidere di partecipare a questo esecutivo, a patto che abbiamo chiaro – e che siamo nelle condizioni di comunicare all’opinione pubblica – che cosa è questo Governo.
Abbiamo fatto bene a partecipare perché in questo modo non solo abbiamo risposto positivamente al richiamo alla responsabilità fatto dal Presidente della Repubblica, ma riusciamo anche a resistere meglio all’attacco che ci è stato rivolto, in particolare per due motivi principali. Primo perché in questo modo siamo riusciti a tenere insieme l’alleanza tra PD, 5 Stelle e LeU che rappresenta l’unica possibilità di sconfiggere la destra alle prossime elezioni politiche. Secondo perché in questo modo possiamo continuare il lavoro svolto dal Ministero della Sanità, affrontando la pandemia con ottimi risultati e con la condivisione di larghissima parte dell’opinione pubblica. D’altra parte, questo era anche quanto ci veniva richiesto dai nostri settori sociali di riferimento, a partire dalla CGIL.
Tuttavia, dicevo, occorre ora specificare bene che cosa è questo Governo. Non è il nostro Governo, cioè non è un Governo basato su una coalizione politica di cui si condividono obiettivi e dove ci si confronta nel merito di provvedimenti condivisi. Questo Governo si configura piuttosto come un terreno di battaglia politica inevitabile vista l’amplissima maggioranza parlamentare che lo sosterrà, come testimonia già l’attacco rivolto da Salvini ai confermati Ministeri di Speranza e Lamorgese, quando l’Esecutivo non era praticamente ancora nato. Sarà opportuno mettere in evidenza tale verità a partire dallo stesso dibattito parlamentare sulla fiducia e proseguire attraverso una azione politica volta a dialogare con rinnovata chiarezza verso l’opinione pubblica del Paese.
Fondamentale sarà dare forza al progetto di Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile con PD e 5 Stelle. Questo progetto dovrà essere fatto vivere su tutto il territorio nazionale, non solo a Roma, ma anche nelle periferie, a cominciare dalla grandi città che vanno al voto amministrativo: Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna. In tutti i Comuni sarà importante lavorare per costruire questa Alleanza, perché un progetto politico vive se cresce nel Paese e non solo se ha una spinta nazionale. Dentro questa Alleanza sarà fondamentale il ruolo di Articolo UNO, che necessita di una discussione strategica al proprio interno che ne rilanci la funzione in un quadro politico completamente mutato rispetto anche al nostro ultimo Congresso.
Questa discussione dovrà essere il tema portante della nostra Assemblea Nazionale che assume oggi un nuovo significato, ma anche di appuntamenti correlati di livello regionale e provinciale che dovremo mettere in piedi. Naturalmente la Toscana avrà una connotazione molto particolare alla luce delle caratteristiche specifiche del PD regionale, ancora diretto dal gruppo renziano. Mentre per quanto riguarda i 5 Stelle ci troveremo di fronte, qui come altrove, alla regressione di una parte di essi nella dimensione della protesta antipolitica. Tuttavia, questo lavoro rimane fondamentale poiché, come detto, solo l’affermarsi di questa Alleanza potrà rappresentare una alternativa credibile alla Destra nelle prossime tornate elettorali, anche in Toscana.
Infine, occorre rapidamente decidere quale ruolo vogliamo assegnare a Giuseppe Conte in questo progetto strategico. Conte ha riscosso durante il suo secondo Governo un consenso ed un apprezzamento forte da parte di tutto il Paese. A mio parere il ruolo che dobbiamo assegnargli è quello di “Federatore” della nuova Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile. In questo senso, ritengo che sarebbe fondamentale una sua presenza in Parlamento, cosa che può essere raggiunta già con la sua candidatura nelle elezioni suppletive del Collegio di Siena. Non a caso i contrari al progetto di Alleanza hanno già respinto l’dea. La battaglia politica è appena cominciata. Organizziamoci, perche avremo bisogno di tutta la nostra forza, oltre che di tutta la nostra intelligenza.