Direzione articolo 1 Toscana. Esiti del voto per il Consiglio Regionale: Relazione del Segretario e documento conclusivo

| Documentazione

Sono passati ormai dieci giorni dal voto per il Referendum e per le elezioni regionali. Può essere un tempo sufficiente per un primo bilancio. Sicuramente il Governo Nazionale esce rafforzato da questa tornata elettorale e questo è sicuramente un fatto positivo che mette nel cassetto ipotesi più o meno esplicite di superamento di un quadro politico che ad oggi rimane il più avanzato possibile, anche per disegnare una nuova idea di Paese che il Recovery Fund può aiutarci a realizzare.
L’esito del voto referendario, tuttavia, ci espone a nuovi rischi di aggressione all’impianto costituzionale. Già si parla di nuove riforme che potrebbero condurre ad una riduzione della rappresentanza. Occorre quindi ribadire con forza la necessità di rafforzare il parlamentarismo, cominciando col mettere all’ordine del giorno dei lavori la discussione su una legge elettorale di impianto proporzionale e con una soglia di sbarramento relativamente bassa.
Le elezioni regionali hanno invece finito per rafforzare il Partito Democratico e la sua attuale Segreteria. Se ciò rappresenta un elemento positivo scongiurando, almeno in questa fase, gli attacchi dalla destra del Partito, in prospettiva il rischio di permanere in una fase di immobilismo e di stagnazione rimane elevato. La Segreteria di Zingaretti ha avuto infatti fino ad oggi queste caratteristiche. Il nostro giudizio sul fatto che il PD sia oggi uno strumento politico obsoleto rimane quindi di attualità.
Non bisogna infatti farci illudere da un risultato che si è rivelato migliore delle aspettative. Se fino a pochi giorni prima delle elezioni si paventava una sconfitta nella Puglia e un testa-a-testa perfino in Toscana, il sostanziale pareggio di 3 a 3 può sembrare una vittoria. Non possiamo dimenticare tuttavia che rispetto al dato pre-elettorale, il centro-sinistra perde le Marche e il quadro che si delinea è quello di un Paese dove 15 Regioni su 20 sono governate dalla destra e solo 5 dal centro-sinistra. Un quadro a tinte fosche.
In Toscana, contro ogni aspettativa, il candidato del centro-sinistra Eugenio Giani ha invece vinto con largo margine. E’ un dato importante che denota come nel momento del rischio più alto, i cittadini toscani siano andati a votare – alzando significativamente la percentuale di votanti – e siano andati a votare per il centro-sinistra. Certo, la polarizzazione dello scontro, ha finito per concentrare il voto sul soggetto più grande della coalizione. Il PD toscano avrà infatti la maggioranza assoluta nel prossimo Consiglio Regionale.
La nostra lista SinistraCivicaEcologista non ha raggiunto le aspettative che ci eravamo posti. Non tanto perché non raggiunge per pochissimi voti la soglia di sbarramento del 3% e resta quindi fuori dal prossimo Consiglio Regionale, ma perché le ambizioni con cui era nata erano ben più importanti. L’idea di condizionare da sinistra il prossimo Governo Regionale, equilibrando la presenza del renzismo è purtroppo un’idea che non ha trovato conferma nelle urne.
Non serve qui rivangare errori fatti che pure ci sono stati (dalla scelta di non porre con forza la questione del ticket Presidente/Vicepresidente quando le condizioni avrebbero potuto permettercelo, alla non presenza dei Verdi nella lista). Serve valutare positivamente i quasi 50.000 elettori che ci hanno scelto e che ringraziamo. Serve valorizzare gli eccellenti risultati di alcuni territori. Ma serve anche chiedersi perché complessivamente la lista non ha sfondato e non ha raggiunto, seppure per pochissimo, neppure la soglia di sbarramento.
Non dico questo per volontà di archiviare questa esperienza. Anzi, penso che sia un’esperienza da rilanciare, valorizzando le energie positive che la lista ha catalizzato. Per questo penso che sia importante convocare al più presto un’Assemblea generale della lista alla presenza di tutte le candidate e i candidati, di tutti i militanti e i volontari che hanno condotto una campagna elettorale difficilissima. Non si tratta di sovrapporre strutture: le decisioni spetteranno comunque agli organismi dirigenti di Articolo UNO.
L’elemento non positivo del risultato toscano è, però, purtroppo rafforzato dal fatto che in nessuna delle sei Regioni che sono andate al voto, eleggiamo nostri consiglieri regionali. Ciò è dovuto a mio avviso soprattutto all’assenza di una proposta nazionale riconoscibile. Nelle sei Regioni infatti ci siamo presentati all’elettorato con sei simboli diversi, quasi tutti sconosciuti perché mai utilizzati prima. Occorre quindi lanciare con forza una proposta politica nazionale, che si rivolga al Paese e che sia in grado di essere riconosciuta e apprezzata dagli elettori.
A me convince la proposta che Roberto Speranza ha lanciato a Firenze dal palco del Tuscany Hall. La riassumo per come la interpreto io. Nel mondo intero esistono due campi politici: quello della destra e quello democratico. La nostra sfida è quella di lanciare una grande battaglia per l’egemonia sul campo democratico per caratterizzarlo con politiche di sinistra: la difesa della rappresentanza e della democrazia, la difesa dei beni pubblici essenziali, la centralità del lavoro, la sanità pubblica, la transizione ecologica, i diritti civili e sociali.
Per dare corpo a questa sfida e per mettere la nostra proposta al centro del dibattito pubblico del Paese occorre però oggi un salto di qualità. Occorre un passaggio di discussione e di coinvolgimento delle forze e delle intelligenze che possono condividere questa proposta. Occorre un dibattito approfondito che, io penso, possa avere le caratteristiche di una fase congressuale di approfondimento di tesi politiche e anche di riorganizzazione delle forze in campo. Speranza ha oggi il prestigio necessario per essere il leader di questo progetto.
Anche le nostre vicende locali, penso alla importante proposta di Eugenio Giani di coinvolgere nella prossima Giunta Regionale anche un esponente della nostra lista, assume un senso se è collocata dentro un disegno condiviso. Se così non fosse, sarebbe solo una foglia di fico, per coprirsi e legittimarsi a sinistra, oppure una soddisfazione anche giusta e importante, ma solo per chi dovesse ricoprire questa carica. Dovrebbe invece diventare una posizione di forza da cui ripartire per la realizzazione di un progetto politico nazionale condiviso.

DISPOSITIVO FINALE DELLA DIREZIONE REGIONALE DI ARTICOLO UNO

La Direzione Regionale di Articolo UNO approva la relazione del Segretario Simone Bartoli.
Esprime rammarico per la mancata elezione di un Consigliere Regionale a seguito del non raggiungimento della soglia di sbarramento prevista dalla legge elettorale della Toscana.
Vuole tuttavia ringraziare i quasi 50.000 elettori che hanno scelto la lista Sinistra Civica Ecologista e propone una grande Assemblea regionale aperta a tutte le candidate e i candidati, ai militanti e ai volontari, anche per individuare le modalità con le quali proseguire questa esperienza.
Allo stesso tempo occorre oggi rilanciare con forza una proposta nazionale di Articolo UNO. Una grande proposta rivolta al Paese che rappresenti una sfida aperta per l’egemonia culturale e politica dentro il grande campo Democratico, così come esplicitato bene da Roberto Speranza a Firenze al Tuscany Hall.
La scelta di una presenza della lista nella Giunta Regionale deve essere coerente con la realizzazione di questo progetto politico nazionale, che non è compatibile con progetti estemporanei che non si collochino con chiarezza nel campo del centro-sinistra e che non vedano la partecipazione di Articolo UNO.
L’obiettivo è quello di individuare una figura il più possibile unitaria e autorevole da candidare a questo importante da candidare a questo importante incarico, provando anche ad assumere deleghe importanti per poter esprimere concretamente i nostri valori di riferimento.

Firenze, 1° Ottobre 2020.

APPROVATO ALL’UNANIMITA’

========> Buffer script: <======== ========> Google+ script: <======== ========> Pinterest script: <======== ========> LinkedIn script: <========