di Marco Chimenti Segretario Provinciale Articolo Uno Livorno
Dopo una lunga mediazione tra le forze politiche di maggioranza, in una situazione di crescente difficoltà economica e sociale, il Governo è finalmente riuscito a varare il “decreto rilancio” che contiene provvedimenti di notevole portata economica e sociale. Sui molti contenuti del decreto voglio ricordare solo alcuni provvedimenti che sono lo specchio di una maggioranza che pur con limiti evidenti ha nel suo dna l’attenzione al lavoro e al sociale: il blocco dei licenziamenti, uno stanziamento enorme per la sanità pubblica, l’estensione della cassa integrazione, il reddito di emergenza per chi è fuori da ogni categoria economica, il sostegno a lavoratori autonomi e imprese in difficoltà, una prima regolarizzazione di braccianti e badanti, il bonus di riqualificazione energetica, il sostegno alla mobilità green. In una situazione di straordinaria complessità, nonostante i ritardi accumulati e le difficoltà di una maggioranza eterogenea, il mio giudizio su questo Governo è largamente positivo, sia per la gestione sanitaria della crisi, sia per le risposte che non senza fatica riescono comunque ad arrivare. Io non oso immaginare come saremmo messi se in questa situazione fossimo stati governati dalla destra del Papetee e dei rosari esibiti in costume da bagno.
La domanda che però mi pongo è, ma quanto può durare questa esperienza di Governo se le forze che lo sostengono non passano da una fase di gestione del quotidiano ad una proposta di prospettiva futura ? Perché non solo non esistono alternative in parlamento come ha fatto trapelare il Presidente della Repubblica, ma non esistono neanche alternative migliori per il paese. Neanche dopo eventuali elezioni, i sondaggi sono chiarissimi. Il rischio è solo quello di rimettere in pista la destra sfascista di Salvini e Meloni. Serve allora impegnarsi in un pensiero nuovo, una rinnovata prospettiva politica e di sviluppo della nostra società. Questo non è il tempo di fare solo i pur legittimi compromessi di governo. E’ il tempo dei “pensieri lunghi”, come diceva Enrico Berlinguer.
La sinistra è ancora debole, nei sondaggi e nel paese, non ha ancora superato appieno la fase precedente, gli anni contraddittori in cui ha smarrito la sua ragione d’essere, dove la sua rappresentanza e proposta si è annacquata in rivoli centristi e troppo contigui a interessi lontani dalle necessità dei cittadini. Serve una ripartenza e una rielaborazione, poco importa con quale forma o contenitore, che faccia finalmente chiarezza e rilanci sui valori fondamentali, su un modello di sviluppo che non può essere certo quello passato dell’esasperata finanziarizzazione dell’economia. Un modello che ha allargato a dismisura la forbice delle disuguaglianze tra paesi e all’interno dei paesi e che sta mettendo a rischio la vita stessa sul pianeta con l’inquinamento senza freni, il riscaldamento globale e le sue drammatiche conseguenze. Moltissimi attendono questo scatto in avanti, ci sarebbe una prateria da coltivare.
Anche il Movimento 5 Stelle è rimasto in un limbo tra la forza meramente distruttrice del sistema che pur di primeggiare andava bene anche la destra e l’ultima versione sicuramente più pensante e ancorata alla realtà. Anche qui un’evoluzione dovrà esser fatta, una scelta di campo definitiva. Anche oggi il collante che tiene in piedi il Governo è la necessità, la mancanza di alternativa o per alcuni solo la paura del voto, ma questo non basta più. Al partito a cui sono iscritto Articolo Uno chiedo questo, di continuare a sostenere questo Governo e di lavorare perché quelle prospettive di rilancio politico e di pensieri lunghi si realizzino…prima che ci frani tutto addosso definitivamente.